Le notti dentro le stanze d’ospedale avanzano più lentamente. Sembrano vive, si dilatano, muovono alla conquista delle pareti spoglie delle stanze senza che nessuno le possa fermare. Le macchine a cui sei attaccato parlano una lingua straniera, ritmica e inesorabile. La luce perenne che filtra dalle sotto le porte non allevia la marea nera che l’oscurità porta con sé. E si rimane sotto quelle lenzuola dure, dentro quelle coperte infeltrite come fanti in trincea, ad aspettare l’arrivo del nemico. A volte capita che per difenderti diventi notte tu stesso. Ti confondi. Ti mimetizzi. Lasci che prenda il sopravvento sperando di arrivare a mattina. E mattina arriva, sempre. Ma la notte inevitabilmente te la porti dietro e, a poco a poco, conquista la tua anima. La rende dura. La avvizzisce. E allora capita di vedere notte anche fuori. In pieno giorno. Notte il calore dell’amore, l’abbraccio di un fratello, la carezza di una figlia. Perché la consapevolezza della fragilità del proprio cammino diventa troppo difficile da sopportare. E guarire diventa una parola vuota.
Dobbiamo lenire anche le ferite dell’anima, oltre che quelle del corpo. Bisogna riappropriarsi interamente della vita, questa vita restituita che a volte sembra troppo grande da gestire. Non l’ho capito da solo perché quasi niente si capisce da soli. E spesso coloro che ti mostrano la via sono le persone che più hai fatto soffrire. Luci nella tua notte. Solo grazie a loro ho trovato il coraggio e la forza di riconoscere la notte dentro di me. Di guardarla. Di andare a cercarla negli occhi di coloro che ho incontrato in questo mio viaggio a ritroso. E di essermene liberato giorno dopo giorno nel cammino insieme a Sabrina. Luce. Mia.
Questa è una notte particolare per Sabrina. Lei che in questo cammino difficile ne ha affrontate tante, vive probabilmente la più lunga di tutte. Chissà se l’eccitazione ti lascerà dormire. O se la maledetta paura ti aspetterà al rintocco delle ore. Io ti auguro sogni lievi, amica mia.
E che domani la tua luce possa risplendere più forte.
5 Commenti
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Un’altra notte sta per cominciare. Diversa. Nuova.
Oggi è arrivata quella sacca che mia sorella ha aspettato per tanti giorni, per tante persone oggi è stato un giorno qualunque, per Sabry no.
Tante piccole nuove cellule scendono piano piano dentro di lei, grazie giovane uomo di un altro paese, oggi anche io ho un nuovo fratello.
A tutti quelli che mi chiedono come è andato il trapianto dico non lo so, ho imparato che nessun successo si ottiene in fretta, bisogna avere pazienza.
E ne servirà ancora tanta prima di poter dire che è andato tutto bene. Ma quel giorno, quando sarà, lo urleremo così forte che lo sentiranno anche gli angeli in cielo.
Forza sister sono lì con te, sempre. -
ciao amica mia,
la notte e passata e io ho pregato tanto tanto…. adesso sei rinata e io ti aspetto per riabbracciarti molto presto.
Sono sempre lì con te.
Ti abbraccio
Asi -
Siamo lì sabri. Anche se non ci vedi i tuoi rafiki sono lì con te.
Forza, ti aspettiamo.
Un abbraccio.
ellen -
A pochi giorni dal trapianto … non si dorme, ci si alimenta dalle sacche, anche bere è doloroso.
Cose semplici per ciascuno di noi, tutto dato per scontato e invece non è sempre così.
La via per le vita passa dalla sofferenza, ogni minuto di queste giornate infinite ha un debito di vita con te.
Presto ritroverai il senso delle cose, presto riscoprirai l’essenziale, e sarà gioia vera!
Questo viaggio profondo che stai facendo nella tua anima ti restituirà una donna meravigliosa.
Ti voglio bene piccola, ma questo lo sai già! -
Ciao amica mia.
Sei sempre nei miei pensieri.
Ti voglio bene. Un abbraccio.